IL GIARDINO DI GIULIA

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di Lina Besate

C’è un luogo misterioso, eppure famigliare, attorno al quale ruotano le parole di Lina Besate, una sorta di vortice che tutto attrae e tutto respinge. Un buco nero della memoria, una galassia nascosta, che probabilmente l’autrice non finirà mai di esplorare.

Un luogo dal nome rassicurante e vagamente evocativo: caffè Svizzero. Esiste, ne sono sicuro. Se chiudo gli occhi posso vederne i tavolini dalle gambe sottili, gli specchi liberty, gli avventori avvolti dalla luce esitante di lampadari in vetro azzurro.

Proprio qui, nell’attesa malinconica di un sogno invecchiato, avevo lasciato Giulia, una delle protagoniste di ‘C’era una volta il comunismo (e altri racconti)’, l’esordio folgorante di una narratrice di razza. Ed ora Giulia è tornata con la sua vita piena di cose e colori, di amore e politica, sensi in allarme, sospetti e liberazioni. È la Giulia che conoscevo, eppure non lo è. La riconosco da alcuni dettagli, ma poi mi sfugge, attraversa territori sconosciuti per tornare qui, infine, carica di nuovi sorrisi che, ormai, ho imparato ad amare.

Mi guarda, si risiede al solito tavolino, e ricomincia l’attesa. Attesa di qualcuno o qualcosa, magari di un semplice brandello di ricordo capace di incantarla.

2010, pp.88

Codice ISBN 978-88-95522-54-8

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Descrizione

C’è un luogo misterioso, eppure famigliare, attorno al quale ruotano le parole di Lina Besate, una sorta di vortice che tutto attrae e tutto respinge. Un buco nero della memoria, una galassia nascosta, che probabilmente l’autrice non finirà mai di esplorare.

Un luogo dal nome rassicurante e vagamente evocativo: caffè Svizzero. Esiste, ne sono sicuro. Se chiudo gli occhi posso vederne i tavolini dalle gambe sottili, gli specchi liberty, gli avventori avvolti dalla luce esitante di lampadari in vetro azzurro.

Proprio qui, nell’attesa malinconica di un sogno invecchiato, avevo lasciato Giulia, una delle protagoniste di ‘C’era una volta il comunismo (e altri racconti)’, l’esordio folgorante di una narratrice di razza. Ed ora Giulia è tornata con la sua vita piena di cose e colori, di amore e politica, sensi in allarme, sospetti e liberazioni. È la Giulia che conoscevo, eppure non lo è. La riconosco da alcuni dettagli, ma poi mi sfugge, attraversa territori sconosciuti per tornare qui, infine, carica di nuovi sorrisi che, ormai, ho imparato ad amare.

Mi guarda, si risiede al solito tavolino, e ricomincia l’attesa. Attesa di qualcuno o qualcosa, magari di un semplice brandello di ricordo capace di incantarla.

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